Kubernetes: non è tutto scaling quello che vedi

Il suo logo è un timone. Nella lingua greca, infatti, Kubernetes significa “timoniere/pilota”.

I raggi del timone, invece, sono sette per il progetto Seven of Nine (l’origine di Kubernetes come sviluppo di Borg). Un nome scelto non a caso in quanto fa riferimento al tipo di relazione nella catena di comando che uno dei personaggi di Star Trek (chiamata Seven of Nine) aveva con il collettivo dei droni Borg.

 

Un miscuglio di miti tra l’antica Grecia e Star Trek in pratica.

 

Ma cosa è Kubernetes? Perché ha avuto così tanto successo?

Sviluppata inizialmente da Google e successivamente donata alla Cloud Native Computing Foundation, oggi Kubernetes è una piattaforma open source utilizzata per l’orchestrazione e la gestione automatica dei container.

L’ampia gamma di funzionalità, la portabilità tra i principali cloud provider e l’alta affidabilità e sicurezza l’hanno resa nel giro di poco tempo uno dei più diffusi strumenti al servizio degli sviluppatori che intendono ottimizzare le risorse offrendo un’infrastruttura performante.

 

Ma è davvero tutto come sembra?

Le applicazioni sono davvero così sicure con Kubernetes?

E una volta che le applicazioni funzionano, non bisogna più occuparsi della loro gestione?

 

Continuando a parlare di miti, abbiamo provato a sfatarne un po’ con Gabriele Santomaggio, Staff Software Engineer VMware.

 

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